Chi sono

Mi sono candidata per cambiare.
Voglio una città a misura di donne e uomini.

Innovare è il mio mestiere

Sono nata a Roma nel 1972, l’anno in cui Enrico Berlinguer viene eletto segretario del Partito Comunista, e un ragazzo americano di nome Bill (Gates) fonda una società che di lì a poco avrebbe mutato il suo nome in Microsoft, quella del sistema operativo Windows con il quale sto scrivendo questo testo.

Ho seguito il mio amore per la cultura umanistica frequentando il liceo classico e poi ho sposato i numeri laureandomi in ingegneria meccanica indirizzo biomedico perché la scienza e la tecnologia, a mio avviso, devono sempre essere d’aiuto alla società civile. Ho lavorato, tra l’altro, per la Fiat, in Italotreno Ntv, per l’azienda della mia famiglia che si occupa di Information Technology, sempre in posizioni di manager. Nella mia vita ho sempre perseguito lo studio, il lavoro e la costruzione di una famiglia: sono infatti la mamma di Alberto, Alessandro e Turchese. La mia passione per la politica nasce dall’impegno civile e sociale, penso di avere competenza professionale e preparazione da mettere a disposizione dei romani.

Perché è inaccettabile che i marciapiedi di Roma siano una foresta dove una mamma o un papà debbano fare lo slalom con il passeggino, i mezzi pubblici siano ridotti a un film dell’orrore, un anziano rischi di cadere oppure di venire colpito dal ramo di un albero abbandonato al suo destino o che si debbano aspettare mesi per un certificato. I romani meritano una città con un’amministrazione semplice, pulizia e funzionalità sotto ogni aspetto.

Il mio patrimonio di conoscenza è a disposizione di Roma. 

La mia storia per
Roma

Perché una donna manager, ingegnera meccanica, all'apice della sua carriera decide di entrare in politica? La risposta è scritta nell'amore viscerale che ho per Roma. La mia città. La mia scelta di campo era iniziata già qualche anno fa, quando facevo parte del comitato per la candidatura olimpica di Roma 2024. Un'esperienza che ho vissuto sulle ali dell'entusiasmo, facendomi cullare da un sogno a Cinque Cerchi per la Capitale Ho vissuto il ritiro della candidatura alle Olimpiadi come un lutto. Ero amareggiata, delusa e ho scelto di lasciare Roma: vedevo la mia città, stretta e incapace di fare scelte coraggiose. Ma è stata proprio per quella delusione cocente che mi sono detta che non era possibile arrendersi così. Ecco, potrà sembrare follia ma il mio obiettivo è quello di contribuire a cambiare davvero pelle a questa città. Aiutare a farla scrollare dalle paure e dagli agi di un passato su cui si è beata per troppi anni e iniziare a correre. Con questa filosofia ho deciso di mettermi a disposizione. Perché sognare è bello, ma realizzare i sogni lo è ancora di più.